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Caso Brancher, dal Colle "no" al legittimo impedimento
26/06/2010 - È ancora bufera su Aldo Brancher. Eletto neo ministro per l'Attuazione del federalismo il 18 giugno scorso, il deputato del Pdl ha suscitato non poche polemiche per aver invocato il legittimo impedimento in modo da rimandare il processo nel quale è imputato insieme alla moglie per appropriazione indebita e ricettazione, nell'ambito di uno stralcio dell'inchiesta sulla scalata di Bpi ad Antonveneta. Ieri il Quirinale ha rigettato la richiesta del ministro perché «non ha ministero da organizzare». Da parte sua, Brancher ha parlato di fraintendimento, in quanto la sua richiesta è motivata con la necessità di «portare avanti le norme riguardanti le riforme costituzionali». La questione sarà discussa sabato prossimo in aula, davanti al giudice Anna Maria Gatto.
05/07/2010 - BRANCHER RINUNCIA ALL'IMPEDIMENTO E SI DIMETTE - Dopo aver occupato per 17 giorni il ruolo di ministro per il Decentramento ed essere finito al centro di aspre polemiche per aver invocato il legittimo impedimento in modo da ritardare l'udienza del processo Antonveneta, Aldo Brancher ha scelto la via delle dimissioni. Lo ha fatto proprio durante l'udienza, in aula, dove è imputato di ricettazione e appropriazione indebita. Davanti al giudice monocratico di Milano Annamaria Gatto, Brancher ha prima annunciato la rinuncia al legittimo impedimento «perché finiscano le strumentalizzazioni», poi ha rassegnato le dimissioni e scelto il rito abbreviato incondizionato. «Ho condiviso la sua scelta», è stato il commento a caldo del premier Berlusconi, che pare avesse spinto Brancher verso le dimissioni. Pd e Idv hanno esultato e parlato di vittoria delle opposizioni.
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